Adozioni internazionali: tutto quello che c’è da sapere
Il sostegno internazionale a distanza non vincola legalmente un figlio ad una famiglia (come nel caso della classica adozione internazionale) ma predilige allo stesso modo quei paesi in via di sviluppo in Asia, Africa, Est Europa, Sud America e Oceania. Non sarà sempre possibile però scegliere il paese in cui si vuole adottare, né tantomeno l’età o il sesso del bambino. Le associazioni tengono conto delle preferenze del sostenitore e cercheranno di soddisfarle ove possibile, affidando però quei bambini che al momento hanno più difficoltà.
Trattandosi di sostegni internazionali, è opportuno chiarire la quantità di denaro che bisogna donare e come questo viene gestito dalle associazioni. I costi variano a seconda del progetto e delle spese specifiche da sostenere, in media si tratta di pochi euro al mese che garantiranno ad un singolo beneficiario cibo, vestiti, assistenza sanitaria e istruzione. L’80% circa della donazione sarà interamente utilizzato per questi bisogni, il restante 20% per le commissioni, spese di associazione e del missionario in loco. Non conviene quindi, oltretutto non è possibile, inviare pacchi, regali e altro materiale dall’Italia per evitare ulteriori richieste indebite e costi doganali eccessivi per servizi postali poco affidabili.
Sarà possibile, poi, fare visita al bambino sostenuto, facendo richiesta alla Onlus di competenza. Al contrario, non si possono ospitare i bambini in Italia. Queste regole fondamentali assicurano il massimo rispetto della dignità dei beneficiari e lo proteggono da possibili traumi derivanti da contesti completamente differenti di natura culturale, sociale ed economica. Il rapporto epistolare (invio di lettere, disegni e foto) garantirà comunque una relazione gratificante.